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FANS o Tachipirina. La riposta di Remuzzi risale a marzo 2021, ma lo si sapeva già molto prima.

 Leggo molto su FANS e paracetamolo.


Le critiche al governo riguardano quasi sempre il fatto che, come farmaci sintomatici, (palliativi) inizialmente si raccomandava solo il paracetamolo, con qualche aggiustamento successivo in cui i FANS sono stati aggiunti sempre solo come farmaci sintomatici. La critica vera è che sono farmaci molto probabilmente atti a prevenire il ricovero e anche il decesso.

Il fatto è che fin dall’inizio molti consideravano i FANS più appropriati del paracetamolo proprio per le loro proprietà curative in un caso di infezione che causava un’ifiammazione. Entro la fine del 2020 erano già disponibili nell’ambiente scientifico dati che fornivano sufficiente evidenza a questa teoria.
Già all’inizio del 2020 mi chiedevo perché non si facesse uno studio randomizzato su qualche FANS per dimostrarne l’efficacia, pochi milioni per un potenziale risparmio incommensurabile. A questa domanda non ho mai avuto risposta.

Vorrei fare alcune osservazioni che non ho letto.

1.      FANS e antipiretici non solo la stessa cosa come indicano alcuni documenti degli apparati statali italiani (gli altri di FANS proprio non parlano). Gli antipiretici abbassano la febbre e combattono il dolore, anche i FANS hanno queste proprietà, ma in più combattono le infiammazioni.

Già nel 2021 Remuzzi ha pubblicato uno studio, non perfetto, in cui si dimostrava l’efficacia del nimesulide (un FANS) nel prevenire le ospedalizzazioni https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.09.29.21264298v1, pubblicato per la prima volta il 1 ottobre 2021, ma i cui risultati erano già noti nel marzo 2021 https://www.bergamonews.it/2021/03/31/aspirina-aulin-e-la-cura-casalinga-contro-il-covid-del-professor-remuzzi/431109/
«Il metodo del Mario Negri, chiamiamolo così per necessità di sintesi, non fa miracoli ma funziona.   …   La grande differenza si registra sul punto più delicato. Solo due pazienti su 90 (2,2%) del gruppo di riferimento sono finiti in ospedale rispetto ai 13 su 90 (14,4%) dell’altro gruppo. I giorni complessivi trascorsi in nosocomio crollano a 44 contro 481, e i costi cumulativi per i trattamenti ordinari, intensivi e subintensivi, sono di 28.000 euro contro 296.000.»

La pubblicazione dello studio dell’istituto Mario Negri di Bergamo è successiva a un altro studio condotto in USA tra il marzo e il giugno 2020 https://journals.lww.com/anesthesia-analgesia/fulltext/2021/04000/aspirin_use_is_associated_with_decreased.2.aspx#:~:text=Findings%3A%20In%20an%20observational%20cohort,after%20controlling%20for%20confounding%20variables. in questo studio si sono visti risultati ottimi nei pazienti già ospedalizzati trattati con aspirina (praticamente dimezzati i pazienti intubati, ricoverati in TI e deceduti).

Entrambi gli studi non sono perfetti e sono lontani dall’essere sufficienti per un’approvazione formale dell’indicazione da parte delle autorità di tutela. Neanche gli studi sui vaccini lo sarebbero stati se non si fossero cambiate in corsa le regole del gioco. Già dopo il risultato dello studio USA si sarebbero dovuti fare appropriati studi randomizzati per dimostrare l’efficacia dei FANS, ma Bayer (Aspirina®) sicuramente non aveva interesse a investire qualche milione in un farmaco il cui brevetto è scaduto da decenni, lo stesso dicasi per Helsinn (Aulin®) il cui brevetto è altrettanto scaduto. Gli studi avrebbero dovuto essere fatti da NIH o altri enti governativi, dico NIH perché forse è l’unica organizzazione governativa o accademica in grado di condurre uno studio clinico ragionevolmente credibile.

Speranza e i suoi consulenti oggi si giustificano dicendo di non avere “vietato” l’uso dei FANS, forse è vero, anche se nella percezione della maggior parte degli MMG sicuramente non era così.
Hanno comunque sbagliato mettendo paracetamolo, nimesulide e acido acetilsalicilico sullo stesso piano. Il primo è un palliativo con un profilo di sicurezza non privo di macchie anche specificamente riguardo l’infezione da SARS-CoV-2, gli altri sono antiinfiammatori, anch’essi con un profilo di sicurezza lontano dalla perfezione, ma atti a ridurre l’infiammazione causata dall’infezione da SARS-CoV-2.

2.      Quando si dice Tachipirina invece di paracetamolo si fa un regalo a Angelini spa, che commercializza il paracetamolo con il nome Tachipirina®. Paracetamolo è commercializzato da altre aziende con nomi diversi (Actigrip®, Efferalgan®, Perfalgan®, Tachiflu®, Zerinol®, Neoborocillina®). Lo stesso quando si parla di Aulin® sviluppato da Helsinn SA e commercializzato sempre da Angelini spa, invece che del generico nimesulide. Aspirina® per acido acetilsalicilico invece è un regalo a Bayer spa.

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