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Il premio Nobel Giorgio Parisi ...

Il premio Nobel Giorgio Parisi come al solito non ne azzecca una quando parla di epidemiologia. Forse come fisico è bravo, come scienziato sicuramente no, perché non è conscio dei propri limiti.

 Il 2 luglio diceva:

«non è sensato ridurre le protezioni sanitarie in un momento in cui l'epidemia di Covid-19 sta aumentando in modo esponenziale».

(https://it.notizie.yahoo.com/covid-premio-nobel-parisi-crescita-esponenziale-solida-situazione-seria-101334211.html)

Vediamo quale era la situazione il 2 luglio.

È stato il 18 giugno il giorno in cui avevamo un tasso di crescita del 61% per settimana (raddoppio in poco più di 10 giorni). Abbiamo imparato che in questa epidemia, come in TUTTE le altre epidemie la crescita non è MAI esponenziale; perché il tasso di crescita non è costante, ma varia nel tempo.

Il 2 luglio, quando viene pubblicata l’intervista, il tasso di crescita era già sceso al 43,5% (raddoppio in 14 giorni). Dopo ha accelerato la discesa fino a diventare zero il 12 luglio. Oggi La crescita è diventata una decrescita e siamo a un tasso di -22%, che promette di scendere ancora (chi vivrà vedrà).

Consiglierei a Parisi e a tutti i tromboni che parlano a vanvera di crescita esponenziale senza sapere di che cosa si tratta di leggere qui https://it.wikipedia.org/wiki/Crescita_esponenziale.

 Vanvera: https://cultura.biografieonline.it/parlare-a-vanvera/

 A parte la teoria vediamo che cosa sarebbe successo in due settimane se Parisi avesse avuto ragione (linea viola nella figura). La scala logaritmica che ho usato rende lineare la crescita esponenziale.



Intanto il 2 luglio il tasso di crescita settimanale sarebbe stato del 61% e non del 43,5%. Poi applicando questo tasso del 61% ai dati del 2 luglio quando i nuovi positivi erano mediamente 85.500 al giorno, oggi avremmo poco meno di 240.000 nuovi positivi ogni giorno. No Parisi, sbagliato; i nuovi positivi oggi si aggirano di nuovo sugli 85.000 (dopo essere saliti a circa 120.000 il giorno il 12 luglio.

 Quando si parla di epidemie, chi cerca di predire il futuro, soprattutto usando modelli inesistenti in natura come la crescita esponenziale, sbaglia quasi sempre. Se non sbaglia è perché ha avuto fortuna, ma succede di rado.

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